L’immagine di Gianni Morandi che pulisce il palco di Sanremo mi ha ricordato la “sindrome della cameretta pulita”.
Se vi interessa la crescita personale e la gestione dei talenti, seguite questo breve racconto e cercate di immaginare la scena:
Figlio adolescente: “Mamma esco, non so se torno a cena”.
Mamma: “Ma come esci??? Hai sistemato la camera???”
La mamma entra in camera e osserva le mutande sul pavimento, le scarpe e i calzettoni infangati nella borsa da calcio, l’accappatoio bagnato sul cuscino del letto, fogli e libri di scuola sparsi ovunque…
Infuriata inizia ad urlare: “fsrewvberkdbn!!!” (a voi la scelta, è ininfluente).
Figlio: “Sì, sì, faccio dopo, adesso sono in ritardo”.
Ed esce giusto in tempo per schivare la ciabatta della mamma.
È a questo punto che scatta la “sindrome della cameretta pulita”.
La “sindrome della cameretta pulita” è la necessità che ha ogni genitore, formatore o capo di mettere a posto i problemi creati dagli altri.
La mamma sa che non dovrebbe farlo, sa che non è educativo per suo figlio, sa che così non crescerà mai, ma… alla fine non riesce a lasciare la camera sporca e la sistema.
Anche nelle nostre aziende, quando si vuole far crescere un giovane, bisogna accettare che la cameretta possa restare in disordine.
Almeno fino a quando il figlio non tornerà a casa.
P.s. Tornando a Sanremo, fossi stato in Morandi avrei fatto il gesto di procurare una scopa anche per Blanco. Con il suo irresistibile sorriso avrei invitato Blanco a pulire il palco insieme. Non so se avrebbe funzionato, ma certo avrebbe trasformato un errore in un’occasione di crescita.